Parlare di razza. La lingua del colore tra Italia e Stati Uniti. A cura di Tatiana Petrovich Njegosh e Anna Scacchi.
DOI:
https://doi.org/10.13136/2281-4582/2013.i2.537Keywords:
race, ethnicityAbstract
A quasi un anno dalla sua pubblicazione, il volume Parlare di razza. La lingua del colore tra Italia e Stati Uniti si rivela in perfetta sintonia con gli eventi accaduti in Italia in questi ultimi mesi. Chi scrive lo fa nella settimana [17 luglio 2013] in cui il neoeletto Ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge è stata oggetto degli ennesimi attacchi verbali a sfondo razzista (questa volta da parte del vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, non nuovo a tali uscite), e in cui l’ex consigliera leghista Dolores Valandro è stata condannata in tribunale per aver attaccato lo stesso ministro in un post su Facebook con parole altrettanto ingiuriose. Ecco quindi tornare prepotentemente alla ribalta il dibattito sul problema della razza, sul cosa voglia dire essere razzisti, oggi, in Italia, sul problematico rapporto fra un linguaggio e una cultura del razzismo, e sull’occultamento di un discorso pubblico più ampio, in nome di un invito a ‘non strumentalizzare’ che ha portato spesso a banali proclami autoassolutori o, peggio ancora, al silenzio.Downloads
Published
2013-12-01
Issue
Section
Reviews
License
Copyright (c) 2019 Stefano Bosco
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial 4.0 International License.
Iperstoria is an Open Access journal.- Authors retain copyright and grant the journal right of first publication with the work simultaneously licensed under a Creative Commons Attribution 4.0 BY-NC License that allows others to share the work with an acknowledgement of the work's authorship and initial publication in this journal.
- Authors are able to enter into separate, additional contractual arrangements for the non-exclusive distribution of the journal's published version of their work (e.g., post it to an institutional repository or publish it in a book), with an acknowledgement of its initial publication in this journal. We require authors to inform us of any instances of re-publication.