Fondamentalismo americano. L’attacco alle statue, al cinema, alla letteratura
DOI:
https://doi.org/10.13136/2281-4582/2020.i16.922Parole chiave:
literature, cinema, aesthetics, ideology, cultural studiesAbstract
Con l’espressione ‘fondamentalismo americano’ quest’articolo indica una posizione ideologica notevolmente diffusa negli Stati Uniti, e che trova riscontro sia negli studi umanistici all’Università sia in manifestazioni pubbliche: per esempio quelle che sono esplose nei mesi di giugno e luglio 2020, con la parola d’ordine ‘Black Lives matter.’ In questa posizione emerge qualcosa di paradossale: da un lato si auspica (il che è assolutamente condivisibile) la tolleranza e il rispetto verso ogni individuo, dall’altro si promuove un atteggiamento di intolleranza che va a colpire le differenze di complessità, senza le quali né la cultura né la democrazia possono esistere. Accade così che un’ideologia, che vuole difendere gli oppressi e i discriminati di ieri e di oggi, dirige i suoi attacchi contro grandi opere artistiche e filosofiche, che sono l’orgoglio dell’Occidente. La radice del fondamentalismo consiste nella politicizzazione e nella sessualizzazione immediata di opere che, per la loro ricchezza e complessità, e per la loro bellezza, oltrepassano il contesto storico e ideologico in cui sono nate, e di cui conservano delle tracce. Il fondamentalismo è un pericolo non solo per l’arte, ma anche per la democrazia.
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